sabato 16 febbraio 2019

Un killer di nome Simone

Caro diario,
gli umani sono strani, in un modo o nell'altro riescono sempre a truffarci.
Oggi è stato il turno di Mamy, non credevo riuscisse ad essere così subdola, non sono meravigliato, da questi due ormai mi aspetto di tutto.

Oggi è sabato, una bellissima giornata, sembrava quasi primavera.
In mattinata io e Isaia siamo sgattaiolati fuori al balcone per fare gli smorfiosi con i raggi del sole, quindi ho pensato che la giornata prometteva proprio bene.

Poi, dopo qualche ora di scorribande dentro e fuori casa, Papy ci ha fatto definitivamente rientrare, chiusa la portafinestra che da sul balcone. Mamy ci ha gentilmente costretto a spostarci in corridoio e come una formica operaia ad una ad una ha chiuso tutte le porte di tutte le stanze di casa.
Ho pensato fosse impazzita, sa benissimo che abbiamo dato ordine che qui le porte devono essere SEMPRE TUTTE APERTE, anche quella del bagno.

Dopo qualche secondo si è aperto il portone di casa, ho sentito una voce mai sentita prima.
Panico.
Ho pensato a tutte le porte chiuse.
Ho pensato che non potevo nascondermi.
Ho pensato che il nemico sconosciuto che stava entrando avrebbe potuto attaccarmi in qualsiasi momento senza potermi difendere.

L'ho visto, aveva la faccia da duro.
"E' finita" ho pensato.
"Addio mondo crudele! E' stato bello vivere in questa casa, con questi dolci carcerieri ma oggi morirò"

Il tizio mi ha fissato subito, cercava qualcosa nella sua tasca..
"Ecco, ora tira fuori una pistola e mi fa secco, speriamo che sia una cosa veloce"
La sensazione di sentirsi braccato nella propria casa è terribile, posso garantirlo.
Papy mi ha afferrato e portato al petto..
"No, non posso crederci, lui mi terrà fermo mentre l'altro umano mi farà fuori, ma in che mondo ho vissuto finora?"

Il tizio si avvicina, era timoroso anche lui, glielo leggevo negli occhi.
Rispetto per il nemico. "Bene. Hai finalmente capito con chi hai a che fare eh!?"
Si avvicina sempre più, in mano a un oggetto di colore nero, "potrebbe essere una Beretta" penso.


Il cuore pompa. Morire tra le braccia di un umano traditore è impensabile per uno come me.
Paura, tantissima paura.
Ecco, sta alzando il braccio, è arrivata la mia fine.
Lo guardo negli occhi, lui mi guarda, sposto lo sguardo sulla sua mano e che vedo?
Uno smartphone. Un telefono invece che una pistola?

CLICK!!!

No, ma ditelo che volete vedermi morto.
Tutto sto casino per una foto?
Non esistono più gli efferati umani di una volta.
Braccato per un click.
Per oggi meglio andare sotto le pezze e dimenticare questo affronto.

P.S. Il tizio è stato in casa, era un amico dei carcerieri, un tale Simone. Lo abbiamo snobbato per tutto il tempo, così impara a offendere dei duri come noi.


Dante

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